Asina Luna, la cultura della carne e dell’ospitalità
Se siete dei fan del grande Fabrizio De André, non vi servono ulteriori spiegazioni per comprendere che lo strano nome di questo ristorante, “Asina Luna”, è un omaggio diretto al bravissimo cantautore genovese e all’asinella bianca protagonista di una sua canzone. “Oh bella mia, l’asina luna. La bella mia, cuscino di lana. Oh bella mia, bianca fortuna” canta infatti De André (in sardo) in “Monti di Mola”, zona che oggi è conosciuta da tutti come Costa Smeralda. Non vogliamo portarvi fuori strada: non siamo in Sardegna ma alle porte di Milano, precisamente a Peschiera Borromeo, località Mezzate, non distante dall’aeroporto di Linate, dall’Idroscalo e da una zona densa di aziende, dalla Mondadori all’Ibm. Proprio in questo scenario appare, un po’ a sorpresa, come un’oasi, il ristorante “Asina Luna”: basta varcare la soglia per ritrovarsi in un locale caldo e accogliente, nessuna “aria” da trattoria di periferia, la sensazione è che potremmo trovarci in qualunque posto del mondo, anche a Parigi, a New York o nel centro di Milano. Il merito è dell’atmosfera ricercata, con un arredamento curato fin nei più minimi particolari, dove non mancano alcuni piacevoli elementi di Art Nouveau. I tavoli non hanno tovaglia perché ciascuno ha una storia che sarebbe un peccato nascondere: sono composti da liste di vecchie imbarcazioni di pesca indonesiane in teak marino, un albero delle foreste tropicali. I segni di colore, quelli originali delle barche, lasciati per non cancellarne il ricordo, assieme alle nervature naturali del legno trasformano i tavoli in opere d’arte naturali. Perché coprirle?
Vi diciamo subito che “Asina Luna” propone una solida cucina di carne e di pesce, che ha già destato l’attenzione di una folta serie di food lovers ma bisogna riconoscere che la grande qualità della carne e, in particolare, le specialità alla brace (carne sui carboni) rappresentano i veri tratti distintivi del ristorante. Qui si può trovare una fiorentina frollata 80 giorni ricoperta di grasso nobile di vitello oppure un piatto di Kobe Wagyu giapponese o un filetto Elcano di scottona con pepe di Sichuan e olio di sesamo nero. Ricercatezze. La griglia a legna è a vista e offre una selezione di tagli di carne e di razze che vengono grigliate con maestria da Riccardo Succi, titolare del ristorante (grande appassionato di arte, di musica e di De André, in particolare, come non è difficile intuire…) insieme a Tiziana Dinoia che, con competenza e professionalità, aiuta nella scelta dei piatti e dei vini. Anche la cucina è a vista, animata da una brigata capitanata da uno chef che tutti i giorni (dal lunedì al venerdì mezzogiorno e sera, il sabato solo la sera) propone piatti della migliore tradizione italiana.
La nostra degustazione da “Asina Luna” è cominciata con una deliziosa Tartare di tonno rosso del Mediterraneo con caviale di basilico accompagnato da songino, dadolata d’arance e chips di polenta di Storo, poi un ottimo Prosciutto di suino Iberico Bellota 36 mesi “Pata Negra” Blazquez tagliato al coltello. Tra le altre cose, abbiamo assaggiato l’eccellente Tomahawk di Black Angus irlandese e la Fiorentina di sbottona bavarese. Ricordiamo che la scottona è una giovane femmina di bovino che non supera i sedici mesi di età: le sue principali caratteristiche sono quelle di non aver mai partorito e di aver raggiunto un buono sviluppo muscolare. La carne del bovino femmina è sempre più tenera, gustosa e succulenta di quella del maschio, e la scottona in particolare possiede una notevole marezzatura (la distribuzione del grasso nella massa muscolare della carne): a marezzatura più intensa corrisponde più elevata qualità e sapore. Da qui il “segreto” della bontà del piatto…
Dalla carne alla pasta: agli amanti dei carboidrati segnaliamo che da “Asina Luna” la pasta viene fatta in casa e nel menù si possono trovare proposte sfiziose come i “Tagliolini con asparagi al burro di Beppino Occelli, vellutata di patate viola” o i “Fagottini di pasta fresca gratinati al forno con crema di zafferano, ripieni di Roquefort e pak-choi” ma non manca il “Risotto alla milanese con ossobuco”. Infine, grande attenzione viene riservata anche alla pasticceria: abbiamo assaggiato, in particolare, un’ottima “Millefoglie con crema pasticcera e fragole fresche” ma piacevole anche il “Cremoso alle due creme di cioccolato e pistacchio”.
Una nota sulla carta dei vini del ristorante, composta da un centinaio di etichette divise per tipologia, regione e abbinamenti, con una piccola scelta di vini stranieri. La selezione spazia dai grandi rossi toscani e piemontesi – per esempio Ornellaia Bolgheri Superiore o Tignanello Antinori, oppure Barolo Sarmassa di Marchesi di Barolo o Dogliani “Papà Celso” di Abbona – ai bianchi del Nord Est, come il Riesling Praepositus di Abbazia di Novacella o al Collio Friulano riserva Russiz Superiore, passando per le grandi “bollicine” (fra gli altri Trento Doc “Giulio Ferrari” riserva del fondatore Ferrari o Franciacorta Cuvee Prestige Ca’ del Bosco) e per bottiglie rappresentative di tutte le regioni vinicole italiane.
Avrete intuito che una particolarità di “Asina Luna” è la grande attenzione ai dettagli: per fare un esempio, al tradizionale sale di Margherita di Savoia, usato in tavola e in cucina, si accompagnano sali speciali che meglio si abbinano ad alcuni tagli di carne, come il sale rosa dell’Himalaya, il Grigio Bretone, il Blu di Persia o il sale di Maldon. Non ultimo, segnaliamo che la brace per la griglia viene fatta solo con carbone di legna cubana, proveniente dagli alberi di marabù, una pianta selvatica e invasiva che offre un prodotto puro (senza scarti di legna industriale) salvaguardando le foreste. In sintesi, un locale sorprendente, per qualità della proposta e per la competenza e la cortesia dei padroni di casa (un plus non da poco…), che segnaliamo in particolare agli amanti della carne e dei cibi di qualità, che hanno voglia di un indirizzo alternativo alla città. Merita.